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Scrittura - A piccoli passi: 6. Qual è la prima difficoltà nella stesura di un romanzo?


Qual è la prima difficoltà nella stesura di un romanzo?

L’incipit, ossia l’inizio.


La vostra protagonista comincia la sua giornata con il suono della sveglia? Informa il lettore del meteo, dove vive, come vive, quali sono i suoi sogni? Cancellate. Il lettore dovrebbe capire il tenore del romanzo subito, dai primi paragrafi o dalle prime frasi. La scelta migliore è quella d’immergerlo nell’azione o nei pensieri vivi del protagonista, cosicché venga assorbito dal racconto. La vostra protagonista è una ritardataria? Anziché scrivere “Driiin! La sveglia suona ed è la terza volta che lo fa. Come sempre sono in ritardo!”, date l’opportunità al lettore di sentirsi subito nella scena con una frase tipo: “Mi alzo di soprassalto e ruzzolo dal letto, il pavimento mi gela una guancia. La sveglia continua a trillare mentre mi precipito nel bagno a piedi nudi. Sono in ritardo! Ancora!”


Però, diciamolo, il personaggio che si sveglia a inizio storia è un po’… noioso? Voglio dire, tutti ci alziamo la mattina, no? Perciò, diamo subito movimento alla storia!


«Ma’, dove diavolo è la divisa?» Afferro i quaderni dalla scrivania, il dépliant con la pianta del campus e li spingo a casaccio nello zaino insieme al borsellino. Esco in corridoio. «No no no!» Mattia sobbalza vedendomi correre verso di lui e si affretta per entrare in bagno, ma lo anticipo scivolando sul parquet fino alla soglia. «Non hai visto l’ora? Le medie iniziano più tardi. Va’ a fare qualche altra cosa, il bagno è mio!» Sbatto la porta e corro ad aprire l’acqua della doccia.

«Tanto sarai una ritardataria anche al college!» sbraita oltre l’uscio.


Cosa ne pensate? E quante informazioni ci sono in questo breve pezzo? Anzitutto la protagonista è una peperina, ragion per cui è plausibile che all’interno del romanzo ci saranno scene accese adatte al suo temperamento, è in ritardo, è un po’ disordinata, è il suo primo giorno di college. Mattia, forse suo fratello, va alle medie. Meglio della sveglia, no?


Insomma, il mio consiglio è: dateci dentro sin da subito!


Vi lascio l’incipit dei miei romanzi. Fatemi sapere se v’immergono subito nella storia e quali sono le prime informazioni che vi comunicano.


Un abbraccio!


Link video Instagram:

https://www.instagram.com/reel/CnSDcKbI4qx/?utm_source=ig_web_copy_link



I’m Not a Princess


Chiunque pensi che essere una principessa sia bello, non ha capito un cazzo.

«Eleonore! Ti avevo pregato d’indossare il vestito da cerimonia!» Gli occhi di smeraldo di mio padre mi fissano carichi di disapprovazione senza alcun contegno. Sotto la barba rossiccia anche l’espressione contrariata è visibile a tutti. Si è accorto che siamo in pubblico? Mi sono persa qualcosa? Posso sbottare anch’io?

La festa è iniziata già da un po’ e la voglia di andarmene via mi accompagna da quando ero ancora nelle mie stanze. In piedi sul palchetto reale sul fondo della sala, sto facendo del mio meglio per celare ogni sbuffo annoiato. L’oro sulle tovaglie e sulla tappezzeria risplende così tanto insieme ai cinque lampadari di cristallo, grandi quanto uno dei tavoli rotondi che ospitano cinque invitati, da far impallidire una giornata di sole.



Room7 – Sei disposta a dimenticare te stessa?


Quel maledetto bastardo mi aveva lasciato. Come aveva potuto farlo?

«Sono impegnato con il lavoro». «Scusami se non ti ho richiamato». «Perdonami, ma non posso venire da te questo weekend». Tutte stronzate, tessute per prendersi gioco di me piuttosto che tirar fuori le palle e dirmi la verità. E io, stupida ingenua, ci avevo creduto. Speravo che la sua scelta di accettare un lavoro fuori città non ci avrebbe diviso, ma avrebbe rafforzato il desiderio e l’impazienza di rivederci.

E, invece, dopo tre anni di fidanzamento, quando parlavamo di matrimonio e famiglia, non ha neanche avuto il coraggio di troncare la relazione affrontandomi faccia a faccia. Ha dovuto farlo per telefono, pronunciando qualcosa di orribile come: «Non vogliamo più le stesse cose. Stai per compiere trent’anni e ancora non hai un buon lavoro. Non vedo nessun futuro per noi».



BAD STARS 1 – Chi è il vero cattivo?


Mi sto annoiando a morte, cazzo.

Tasto i fianchi consumata dal bisogno della mia nuova droga, ma oggi ho messo i leggings e non ho tasche. Mi avvicino alle sedie e prendo la borsa, trovando subito ciò che cerco; lascio la sacca semi-vuota sul sedile di stoffa e rompo l’incarto argentato. Maledetti bastardi, è tutta colpa loro. Me la pagheranno cara. Lui per primo.

Mastico una gomma alla menta, l’ennesima da giorni, e passo il pacchetto a Zoe, che mi fa segno di dargliele seduta due file più sopra.

Sono nervosa e ora più che mai ho una voglia matta di fumare. Da due anni mi faccio bastare qualche tiro nei momenti peggiori, non voglio riprendere il vizio. Non devo riprenderlo. Ma, cazzo, quanto vorrei farmi una canna!



Chiamami per nome


«Corri! Corri!» Tiravo Elián con tutte le mie forze.

Svoltammo in un vicolo e per poco non sbattei contro il muro, incapace di mantenere l’equilibrio. Ero affannata, mi facevano male le gambe e lo stomaco. La mela che mi costringevo a mangiare durante la ricreazione per seguire la dieta non mi sfamavano mai.

«Sono andati di qua. Prendiamoli!» Sentii Josh urlare e i passi del suo gruppo avvicinarsi sempre più.

«Forza, f-forza!» incoraggiai Elián, ma in realtà stavo pregando me stessa di non fermarmi. Non volevo che ci prendessero di nuovo. Gli avrebbero fatto del male e avrei sofferto più per lui che per gli insulti che mi avrebbero urlato.

Mi accorsi di star rallentando quando Elián mi superò. M’immersi nei suoi occhi grigi, che mi stavano fissando preoccupati. «I-Io… d-devo fermarmi. N-Non ce la faccio più… Tu corri. C-Corri…» biascicai, cercando di catturare l’aria che continuava a sfuggirmi.






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