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Scrittura - A piccoli passi: 5. Cosa significa “mostra, non raccontare”?


Cosa significa “mostra, non raccontare”?

Lo “Show, don’t tell” è una tecnica narrativa che permette di immergere il lettore nella vostra storia. Spesso incontro testi con muri di pagine in cui viene spiegato chi sono i personaggi, dove vivono, cos’è successo nel loro passato. Alcune di queste informazioni andranno per forza raccontate – non si può mostrare tutto –, e per ciò andrà fatta un’analisi per capire cosa merita di essere mostrato con i giusti tempi e cosa riassunto.


Un classico esempio sono i saluti prima e dopo un incontro. Salvo casi particolari, “ciao” e “arrivederci” vengono spesso omessi in quanto non rilevanti, o concisi con “ci salutiamo”. La scena nel mezzo, invece, se ritenuta importante per la storia verrà mostrata dettagliatamente.

A tal riguardo, fra le difficoltà d’utilizzo dello “Show, dont’ tell” c’è il rischio d’imboccare il lettore. Avete presente quando si dice “qui si vede l’intervento dell’autore”? Tra i vari casi c’è mettere in bocca ai personaggi spiegoni che in realtà sono informazioni da parte dell’autore al lettore.


Come ovviare a questo?

Anzitutto, chiedetevi cosa del discorso del vostro personaggio lui o l’altro già sanno. Perché se lo sanno, non ha senso ripeterlo. Significa solo che volete farlo sapere anche al lettore.


Esempio:

Giulia e Luca non possono stare insieme perché lui sta per trasferirsi in America. Loro lo sanno da tempo, il lettore ancora no, sa solo che qualcosa impedisce loro di vivere i sentimenti che provano l’uno per l’altra.

A questo punto, l’autore potrebbe commettere l’errore di far dire a Luca: “Vorrei stare con te ma non posso. Sai che devo partire per l’America”.

Entrambi i personaggi già conoscono il perché, spiegarlo così non ha senso. Dunque, come fare? Sarebbe più naturale se Giulia dicesse: “Non voglio perderti. Ce la faremo, anche con l’oceano di mezzo, ce la faremo. Verrò a New York appena avrò dei giorni liberi e tu potresti fare le ferie a Matera. Proviamoci, almeno”.

È chiaro che la scena va contestualizzata, ma quello che dice Giulia è più naturale rispetto a quello che ha detto Luca e il risultato è lo stesso.


Ma perché tutti parlano di questo “Show, dont’ tell”?

Esistono diversi tipi di lettori, ma la maggior parte si approccia ai romanzi per vivere emozioni e avventure. Mostrare permette loro di sentirsi parte della storia, basilare in una prima persona e indispensabile in una terza per cercare di smussare il senso di lontananza generato dal tipo di narrazione. E poi, gridiamolo al mondo, i muri di spiegoni sono terrificanti! Di recente ho letto un romanzo dove ho incontrato dieci pagine di dialogo utilizzate per spiegare una grossa fetta del passato di uno dei protagonisti. Interessante, ma mi è mancato il fiato leggendo quei blocchi lunghissimi, staccati l’uno dall’altro con brevi frasi di prosa tanto per far sapere al lettore che chi parlava non era ancora deceduto asfissiato.

Se state raccontando qualcosa per cui non vi servono troppe frasi, allora è probabile che siete sulla strada giusta. Se invece avete bisogno di paragrafi interi per spiegare qualcosa, di certo c’è un modo più fluido per farlo. Gli spiegoni rallentano sempre la lettura e spesso sono causa di abbandono del libro. E noi non lo vogliamo in alcun modo, giusto?


Un abbraccio.


Link video Instagram:

https://www.instagram.com/reel/CmuCXUWoTUR/?utm_source=ig_web_copy_link







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