Recensione: "La regina della notte", di Jeaniene Frost (Night Huntress 2)
- MÂG
- 15 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Trama

2* volume della Night Huntress series
La mezza vampira Cat Crawfield è diventata un agente speciale e lavora per il governo al fine di liberare il mondo dai non-morti. Per raggiungere il suo scopo continua a usare tutto quello che Bones, il suo sexy e pericoloso ex fidanzato, le ha insegnato, ma quando diventa il bersaglio di un assassino, l’unico che può aiutarla è proprio lui, quel vampiro che ha cercato di dimenticare. Rivedere Bones e tornare a frequentarlo risveglia in lei tutte le vecchie emozioni; dal flusso di adrenalina di quando uccidevano i vampiri uno accanto all’altra, all’avventata passione che li consumava. Ben presto scoprirà che il desiderio non muore mai, e dal momento che Bones questa volta non ha intenzione di lasciarla scappare, a Cat non resterà che tornare a combattere con lui. Ma questo sarà solo l’inizio di una nuova avventura insieme. Infatti, mentre una taglia sulla sua testa la costringe alla fuga, Cat scoprirà che i problemi non risolti del passato ritornano sempre a galla e che anche i vampiri possono a volte riservare irresistibili sorprese.
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Il mio parere
Ho amato tantissimo anche questo secondo volume! Sì, all’inizio ero in agonia per com’è finito il libro precedente e temevo che la questione in sospeso si sarebbe allungata fino a sfinirmi. Invece mi è piaciuto molto come si sono evolute le cose. Questo perché Cat e Bones sono due personaggi che di rado seguono sviluppi triti e ritriti. Del resto, ciò che è successo aveva un motivo valido che è stato ben compreso.
Ho adorato alla follia alcune battute di Cat nei confronti delle frecciatine di Annette. Cat non si è fatta né intimorire né intristire con i classici problemi “siamo troppo diversi”, ma anzi ha risposto a tono. E non soltanto con le parole. Quando è partita la rissa non ho fatto un tifo da stadio solo perché chi era in casa come avrebbe potuto pensare di richiedere un TSO d’urgenza. E vogliamo parlare di come Bones ha deciso di punire l’insolenza di Annette? O meglio, dell’idea che ha avuto Cat e lui ha appoggiato impegnandosi con tutto se stesso.
Qui c’è stato un bel buchetto di trama che non ho potuto non notare. Cat, con l’aiuto di un amico, toglie l’energia elettrica alla base in cui lavora per disattivare le difese, ma poi funzionano gli ascensori. Non ci sono stati dettagli su un’ipotetica carica di emergenza per gli ascensori e quindi: buco di trama. Ma, alla fine, mi è importato? Decisamente no.
Quello che non ho potuto ignorare, invece è stato rivelare al lettore cosa sarebbe successo nel finale. Di norma quando si architetta un piano le cose vanno in due modi: o si chiude la scena prima di parlarne nei dettagli per non svelare cosa accadrà al lettore oppure si sbrodola tutto il piano che puntualmente va a farsi benedire. Se no, che divertimento c’è a leggere qualcosa che già conosci? Certo, ci sono stati dei bei colpi di scena, che tuttavia mi sono parsi pezze per dare un po’ di movimento alle ultime battute del romanzo.
Resta il fatto che, come ho detto, anche questo libro mi è piaciuto moltissimo. Amo i personaggi di Bones e Cat, la loro ironia, la loro passione, la loro evoluzione. L’amore amalgamato alla caccia, alle sfide e alle lotte è un mix irresistibile per me. Non sarà una scelta narrativa che non mi convince a farmeli amare di meno. Fra l'altro, credo di non essermi mai appassionata tanto a un'opera nella sua interezza.
In questo volume mi ha fatto molta tenerezza Tate. Gli amori non corrisposti mi spezzano sempre un po’ il cuore.
In fine, per favore, qualcuno tolga di mezzo la madre di Cat. Nessuno che tenga davvero a te t’insulta come fa lei con la figlia.
P.S. Rileggendo la questione della corrente tolta e dell'ascensore che funziona può avere senso perché non avevo colto la frase "funzionerà quello che voglio io". Resta comunque un po' facilona come scena ai danni di una società militare segreta, ma okay!


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