Recensione: "Pumpkin Spice Cafè" di Laurie Gilmore
- MÂG
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min


Trama
Un caffellate speziato può cambiarti la vita.
Benvenuti a Dream Harbor: questa è la stagione per innamorarsi.
Quando Jeanie riceve in eredità dalla zia l’amato Pumpkin Spice Cafè a Dream Harbor, decide di cogliere al volo l’occasione e di costruirsi un nuovo inizio lontano dal noioso lavoro d’ufficio. Tutti nella cittadina sembrano conquistati dal buon umore di Jeanie e dal suo strepitoso caffellatte speziato; tutti eccetto Logan, uno scontroso contadino che detesta i pettegolezzi e preferisce stare da solo. Ma l’esuberanza di Jeanie e un mistero che incombe sul Pumpkin Spice Cafè costringeranno Logan a passare molto tempo con la strana ragazza di città. Riuscirà a resistere a lei e al suo caffellatte speziato?
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Il mio parere
Ho trovato questa lettura piacevolissima!
Avevo paura di trovare una terza persona pesante (cosa, purtroppo, diffusa) e invece ho trovato una narrazione leggera, divertente e molto scorrevole! Per me, lo stile dell’autrice è la vera chicca di questo romanzo, che mi ha portata subito ad acquistare il volume successivo.
La storia inizia benissimo: Jeanie si è appena trasferita a Dream Harbor per gestire il caffè della zia e, quando sente bussare alla porta sul retro di mattina presto, accoglie il suo primo visitatore con una mazza da baseball! In altre circostanze la scena mi sarebbe parsa troppo esagerata, tipica di quelle commedie romantiche che, pur di far ridere, costringono i protagonisti a essere ridicoli. Ma Jeanie viene da Boston, dove bussare alla porta sul retro di prima mattina è facile che scateni l’allerta “serial killer”, rispetto a un paesino tranquillo come Dream Harbor. E chi è questo visitatore? Logan, un contadino sexy che consegna le zucche decorative per il bar.
Jeanie si presenta come una protagonista acqua e sapone, allegra e con voglia di fare, nonostante le sue paure e il trauma che porta da Boston. Si potrebbe dire che quest’ultimo non sia stato elaborato e trattato con il giusto peso, tuttavia il tono del romanzo non è introspettivo e, comunque, riserva piccole citazioni alla paura generata da quell’evento. Una cosa che non ho capito di lei è che ripete spesso “la nuova Jeanie non farebbe questo”, ma poi non viene mostrata la vecchia Jeanie. Cos’aveva di tanto diverso? Lavorava molto ed è quello che fa anche al caffè, e poi? Non è molto chiaro il cambiamento da prima a dopo. Comunque, resta una bella protagonista, vispa e un po’ stramba, ma con le dovute paure.
Logan è il classico omaccione burbero con il cuore d’oro. Fa le consegne la mattina presto per non incontrare gente, sta sempre sulle sue e risponde con frasi concise, là dove è costretto a farlo. Come non si può non adorare un uomo che difende il proprio cuore con la scontrosità? Anche qui abbiamo diversi traumi dal passato, forse presi un po’ troppo sottogamba. C’è, tuttavia, da considerare il paesino in cui ci troviamo e quanto sia difficile ammettere di aver bisogno di un po’ di sana terapia. In ogni caso, il finale mi è piaciuto a riguardo.
In tanti associano questo romanzo alla serie “Una mamma per amica”, ma se penso a UMPA la prima cosa che mi viene in mente è la mamma single con la figlia adolescente, cosa che non è questo romanzo. Forse ricorda UMPA per la vivacità dell’ambientazione e i cittadini ficcanaso, ma a quel punto può ricordare qualsiasi storia con questa struttura. Di certo è un tipo di contesto che diverte, supportato dalla scrittura giocosa.
La storia è molto fresca, senza pretese e semplice. Una semplicità non buttata a caso, ma gestita in modo coerente (come la causa della litigata verso il finale).
Tre cose non mi sono piaciute:
- l’instalove è fra i trope che non sopporto. Capisco e amo il colpo di fulmine, ma non posso vedere i protagonisti che a pagina 20, dopo due incontri, parlano di sentimenti profondi. Ho faticato tantissimo a entrare in sintonia con loro e con questi sentimenti ingestibili al pari del primo amore adolescenziale. Soprattutto, mi ha fatto estremamente pena Logan, visto il suo passato. Oltre al fatto che se doni il tuo cuore dopo 30 minuti che conosci una donna, non mi fai sentire che questa è speciale, solo che hai l’innamoramento facile. E si sa che innamorarsi non vuol dire amore duraturo.
- il doppio POV in cui lei pensa “non posso dirgli quello che provo, non voglio spaventarlo” e subito dopo al POV di lui “non posso dirle quello che provo, non voglio spaventarla”… Davvero, non lo sopporto. Almeno non ditelo così vicino.
- mi è piaciuta moltissimo al prima scena spicy. Delicata, né troppo descrittiva né troppo breve. Soprattutto, ho quasi piano per il linguaggio delicato e non volgare, cosa ormai veramente difficile da trovare nei romance. Il problema è stato quel capitolo in cui i protagonisti hanno solo fatto baldoria. Non era necessario. L’atmosfera del romanzo era già stata settata e con quella prima scena spicy era stato sottolineato il tenore. Quel capitolo, anche un po’ più esplicito, era out of contest.
In conclusione, la lettura è stata molto piacevole, mi ha sorpreso e divertita!


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