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Recensione: "Lovelight", di B. K. Borison

  • Immagine del redattore: MÂG
    MÂG
  • 3 mar
  • Tempo di lettura: 4 min


Trama

Stella Bloom sa bene che non basta servire tazze di cioccolata calda fumante e accendere lucine scintillanti per salvare dal fallimento la sua piccola fattoria di alberi di Natale. Così, decide di partecipare al contest indetto dalla famosa influencer Evelyn St. James. Oltre alla visibilità e alla pubblicità gratuita, in palio ci sono ben centomila dollari, che potrebbero risanare le malridotte finanze della Lovelight Farm. C’è solo un problema: nel tentativo di far sembrare la fattoria una meta romantica perfetta per le vacanze di Natale e assicurarsi così il primo premio, Stella ha falsificato la domanda di partecipazione, dichiarando di gestirla con il fidanzato… che però non esiste. L’unica speranza, per lei, è il suo migliore amico Luka, che fortunatamente non sembra avere alcun problema a prestarsi al gioco. In fondo, si tratta di fingere soltanto per il periodo delle feste. Niente di troppo difficile.

Riusciranno a interpretare una deliziosa coppia di innamorati senza rovinare la loro splendida amicizia? Questo Natale, per Stella, la posta in gioco potrebbe essere ben più alta dei soldi in palio.






Il mio parere


Avendo scritto due friends to lovers mi sono detta che era il caso di leggere almeno un libro con questa dinamica, forte della mia passione per il trope (sono una veterana di serie tv e manga che lo trattano).


Ma ho sbagliato libro da cui iniziare.


I protagonisti si amano alla follia già da pagina 0, rendendo inutile il dubbio su cosa potrà accadere se l’uno o l’altra dovessero fare quel passetto oltre la linea dell'amicizia. Perciò il classico "non voglio perdere il nostro rapporto se dovesse andare male" ha pochissima presa, l'unica ragione riguarda il passato di Stella. Ma anche qui fino a un certo punto. Forse non si ha ben in mente quanto siano lunghi 10 anni davanti all'evidenza.


La maggior parte delle commedie romantiche non mi piacciono perché, purtroppo, pur di far ridere si forzano le situazioni con risultati inverosimili e al limite dell'assurdo. Stella, almeno all'inizio, è quella che fa figure di cacca gratuite soprattutto di fronte a lui (ditemi secondo quale forza fisica una polpetta morbida può saltare dal piatto quando viene infilzata, a meno che non fosse una vera polpetta ma un grumo di carne tanto compatta da fare le veci di una pallina impenetrabile), che mozza le frasi nella speranza di un vago detto-non detto, che impiega un capitolo intero per dire una sola cosa e che nega fino allo svenimento quello che è palese all’intera cittadina in cui abita. La cosa che di più mi fa perdere qualsiasi apprezzamento di quello che leggo è arrivare al classico momento della separazione e forzare così tanto la scena da far apparire i personaggi stupidi. E, ragazzi, quella scena no… non posso credere di averla letta. Parliamo di due persone sopra i trent’anni, che si conoscono da dieci anni e si corteggiano da dieci anni. L’ingenuità fino a un certo punto. Soprattutto dopo quello che è successo poco prima di quel momento. E lo so che la struttura di questi romanzi è sempre la stessa, ma questo non vuol dire che le scene vanno buttate lì perché tanto ci si aspetta che accada una certa cosa.


A volte non ho capito cosa stesse succedendo, soprattutto nelle scene spicy. Prima una mano sfiora la pelle sotto il seno, poi s’infila sotto la maglia; si baciano, ma un attimo dopo le labbra si toccano; Luka che, sopra Stella, ha entrambe le mani che esplorano il corpo di lei e io che mi domando se la sta soffocando oppure se ha degli addominali di granito e si regge solo con la forza delle gambe. Non so se l’autrice abbia scritto altri libri prima di questo, tuttavia è palese la poca esperienza nelle scene di questo tipo. E qui mi domando se ci sia stato un editor. Tutti abbiamo bisogno di accumulare esperienza per maturare la nostra scrittura e un editor aiuta a trovare e colmare le lacune. Tipo, far addormentare Luka 3 secondi dopo il coito con ancora il preservativo addosso. Non ho idea della faccenda, ma immagino non sia comodissimo tenersi quel coso (oltre al fatto che lui mette dei contraccettivi da parte con la promessa “per dopo” però poi crolla distrutto).


Spesso i personaggi secondari erano delle macchiette, creati solo per orchestrare scene ridicole. Dialoghi lenti, poco interessanti e vuoti a livello narrativo.

Ho saltato un sacco di pezzi in cui sono state propinate informazioni palesemente per riempire e dare un contesto, anziché inserirle con scioltezza in quelli che potevano essere normali pensieri della protagonista facendomi sentire parte della vita di Stella.

 

Ma devo anche dare a Cesare quel che è di Cesare.


Ho trovato una storia diversa da quella settata all’inizio. Si parla di questo evento mediatico che scatena il finto fidanzamento, però non è il palcoscenico del cambiamento della situazione fra i protagonisti. E Stella è stata più avventuriera, desiderosa di scoprire questo nuovo rapporto (motivo per il quale ha ancor meno senso quello che fa verso la fine). Ho apprezzato molto il capitolo dopo l’epilogo e come Stella rovina il momento scontato dando un che di diverso e simpatico; una tenera carezza per chi ha amato i protagonisti e non voleva lasciarli andare. L’extra ero decisa a saltarlo, avendo avuto difficoltà con le scene spicy, e invece mi sono ritrovata una scena più che buona e comprensibile (oltre al fatto che il POV maschile ha sempre un’attrattiva particolare).


Luka è di certo il fulcro di questo romanzo. Con i suoi POV sarebbe stato più interessante, tanto, come ho detto, si capisce a pagina 0 che si amano reciprocamente.











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