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Scrittura - A piccoli passi: 3. Ti piace scrivere in prima persona? Questi sono i miei consigli.


Ti piace scrivere in prima persona? Questi sono i miei consigli.

Può sembrare scontato, ma vi assicuro che non sempre il senso di questo “piccolo” dettaglio viene compreso: in prima persona, in cui il narratore è uno dei protagonisti, voi siete gli occhi e le orecchie di quella persona. Ciò significa che non potete conoscere cosa pensano gli altri, cosa sta succedendo in un posto dove non siete, vedere e sentire cose che umanamente non sono raggiungibili dai vostri occhi/orecchie e, attenzione: non potete prevedere il futuro!


A riguardo, scrivere in prima persona al passato vi dà dei vantaggi. Questo tipo di narrazione è come una sorta di ricordo, pertanto alcune cose possono essere anticipate perché già vissute. Nella prima persona presente, invece, ciò che accade sta succedendo in quel momento. Dunque, non è possibile anticipare nulla. È possibile fare ipotesi, ma non dare per certo cose che non si possono sapere.

“Salutai mia sorella non sapendo che di lì a poco sarebbe morta” è corretto, perché è già accaduto e chi sta parlando l’ha saputo.

“Saluto mia sorella non sapendo che sta per morire” è sbagliato, perché – salvo poteri mistici – non puoi sapere che tua sorella sta per morire in quanto non è ancora avvenuto.


Tornando al “piccolo” dettaglio voi siete gli occhi e le orecchie di quella persona, se il vostro personaggio sta guardando l’orizzonte è impossibile che riesca a vedere una persona sorridere alle proprie spalle. Un sorriso non produce rumore né alcuna avvisaglia che possa giustificare il dettaglio a una persona che è di spalle. Altro esempio: se il vostro personaggio è su una balaustra e un altro personaggio è a diversi metri sotto di lui, è improbabile che riesca a cogliere in modo nitido una conversazione, a meno che non ci sia silenzio assoluto e il suono rimbombi da qualche parte.


Per concludere, parliamo delle descrizioni.

In prima persona al passato sono più facili da inserire. Siamo all’interno di un ricordo e, dunque, non c’è nulla di male se raccontiamo come siamo vestiti o com’è fatta la nostra casa. In una prima persona presente, però, non avrebbe alcun senso descrivere la propria abitazione o i dettagli del proprio corpo. Lo sapete già, a chi lo state raccontando? Fermarsi davanti allo specchio e dire: “I miei lunghi capelli biondi, i miei grandi occhi verdi” è: uno, palese soluzione – errata – di comunicare al lettore com’è fatto il personaggio; due, fa sembrare il vostro personaggio psicotico perché inizia la giornata descrivendo se stesso a se stesso.

Discorso similare se dovete presentare altri personaggi. Se il protagonista già li conosce, a chi state dicendo “lui è il mio ragazzo”? Per inserire questi dettagli all’interno del testo senza imboccare il lettore o far sembrare i personaggi schizzati, bisogna amalgamarli alle scene. La vostra protagonista ha i capelli lunghi biondi? “Prendo l’elastico per legare i capelli in una coda alta. Li lascerei sciolti, mi piace sentirli scivolare sulla schiena, ma sono sporchi e si vede, il biondo non brilla come al solito”. Esempio spicciolo per evitare: “Lego i miei lunghi e bellissimi capelli biondi in una coda alta”. Ma poi: “i miei lunghi capelli biondi”. Se la protagonista è sola nella stanza o si sta vestendo, è ovvio che i capelli sono suoi, no? Occhio ai possessivi in eccesso.


Dulcis in fundo, va tuttavia considerato che, in effetti, esiste una voce narrante che si rivolge direttamente al lettore. Potete riconoscerla specialmente da frasi tipiche: “se proprio lo volete sapere”, “ve lo assicuro”. Questo tipo di narrazione, però, ha delle grosse falle: uno, non è apprezzata da molti (io, per esempio, ho difficoltà a leggere testi di questo genere perché mi ricordano che ho per le mani un libro e non una storia che m’immerge tanto da farmi credere che possa essere vera); due, va utilizzata in base al tipo di manoscritto (per esempio, in una commedia romantica risulta simpatica e facile da seguire); tre, se usata male rende il testo finto. In questo caso è possibile spiegare e mostrare come se stessimo parlando a qualcuno – e difatti è così. Ma, ripeto, ha numerose pecche. Per esempio, la sconsiglio fortemente in un testo introspettivo. Salvo quello che ho detto in un altro articolo: con una buona scrittura si può fare tutto!


Un abbraccio!


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