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Recensione: "La cacciatrice della notte", di Jeaniene Frost (Night Huntress 1)



Trama


Catherine Crawfield, metà donna e metà vampiro, è a caccia di non morti. Sta cercando suo padre, che è uno di loro, e non si fermerà finché non lo avrà trovato, perché deve vendicarsi dell’uomo che ha rovinato la vita di sua madre. Ma finisce in una trappola e viene catturata da Bones, un vampiro mercenario, con il quale si troverà costretta a stringere un’alleanza che potrebbe avere conseguenze devastanti. In cambio dell’aiuto a trovare suo padre, Cat accetta di lasciarsi allenare da quell’affascinante cacciatore della notte, fin quando i suoi riflessi non saranno diventati scattanti e taglienti quanto gli artigli di lui. Già sconvolta da fatto di non essere stata divorata subito da Bones, Cat comincia a domandarsi se esistano anche vampiri buoni.

Ma prima di potersi rallegrare degli ottimi effetti dell’addestramento come cacciatrice di demoni, si troverà alle calcagna una banda di assassini. Catherine dovrà scegliere da che parte stare... e la tentazione di cedere a Bones si farà sempre più forte.






Il mio parere


Mi sarei aspettata di tutto da questo libro, ma non la storia che vi ho trovato. A essere onesta avevo le aspettative bassissime, motivo per il quale l’ho cominciato in ebook per capire un po’ l’andazzo.

E invece BOOM! Una delle letture più belle che abbia fatto! Va dritto dritto fra i miei libri preferiti! Ovviamente, ho già tutti i cartacei della serie.


Cosa mi è piaciuto? TUTTO.

Cat è una protagonista fantastica. Tosta come poche, mi ha fatto quasi urlare per le scene distruttive da film adrenalinico che mi ha regalato. A proposito, perché non è stato fatto un film, eh? Anzi, una serie. Le vibes sono quelle di Buffy, ma le due storie sono molto diverse. Tornando a Cat, mi è piaciuta sin da subito. Una ragazza fuori posto, sospesa nel mondo, che prova a trovare da sola il senso della sua esistenza. Tartassata da una madre traumatizzata – che forse era meglio rinchiudere da qualche parte –, si mette in pericolo per fare quello che ritiene giusto e per conquistare l’amore della madre. Quando le cose cambiano, lei si adatta piano piano. Non c’è una forzatura del personaggio, i suoi conflitti interiori sono vivi e la spezzano in due finché non trova il nuovo equilibrio. Nella battaglia finale è stata FENOMENALE. Certo, mi sono chiesta cosa stesse succedendo lontano dai suoi occhi (ahi, la prima persona. Ahi!), ma frase dopo frase ero sempre più coinvolta.


Provo a parlare di Bones… Scriverei pagine e pagine su di lui, perciò cercherò di riassumere. La primissima cosa che mi è piaciuta di lui è stata non trovare la caratterizzazione da bad boy stronzo senza sentimenti. Ero così certa che sarebbe stato così da restare folgorata quando ho capito di avere di fronte tutt’altro personaggio. Forte, sexy, cazzuto e con sentimenti profondi. Dio, ha detto delle cose pazzesche… A volte frasi semplici, ma che nel contesto apparivano intrise di un significato emozionante. Il suo passato è una stilettata al cuore, tuttavia dopo duecento anni e passa se n’è fatto una ragione. Per questo, un altro elemento diverso è stato un personaggio che vive nel presente e non è ancorato ai drammi del passato.


Ho adorato tutto della storia, ogni evoluzione, ogni tempo morto necessario per rendere reale il passare del tempo e la difficoltà della loro missione. Ho amato alla follia le lezioni di linguaggio spinto e le scene divertenti che mi hanno fatto morire dal ridere. Quando Cat indossa per la prima volta i suoi abiti succinti per la missione e si definisce “la cacciatrice di vampiri zocc*la” sono morta! La protagonista, ma anche Bones, ha un’autoironia stupenda e un ventaglio di modi di fare diversi da occasione a occasione. Questo l’ha resa vera e ben costruita.

Ben costruito è anche il worldbuilding. Quando ho incontrato scene che avevano lasciato un potenziale buco di trama, poco dopo è arrivato il perché di quella decisione e le conseguenze sono apparse sensate e non un deus ex machina. Anche le caratteristiche dei vampiri o delle altre creature sovrannaturali mi sono piaciute molto, non è facile scrivere di un personaggio troppo conosciuto e che porta con sé dettami che vanno riproposti. Non leggevo un fantasy così ben strutturato da un sacco, tutti quelli che ho letto negli ultimi periodi mi hanno fatto sbroccare per un sacco di motivi, primo fra tutti l’infodamp infinito e poi l’uso scorretto della voce narrante. Qui è davvero tutto perfetto. Magari mi è sfuggito qualcosa perché ero troppo presa, cosa che in genere non mi capita anche se apprezzo molto la storia (vedi Amore Reale, che ho amato alla follia, di cui però ho notato diversi buchi di trama), tuttavia il compito di un buon libro risiede anche in questo.


Giusto per trovare il pelo nell’uovo, c’è stata una scena nella quale Cat difende la sua relazione con Bones che è stata un po’ troppo sopra le righe. Quando gli mette la mano sul cavallo perché travisa la frase di chi stava parlando (frase costruita ai fini della scena e quindi finta) mi sono detta “questa si poteva evitare”. Fino a quel momento era stato tutto perfetto e lì ho storto il naso. Ma poi il seguito è stato fantastico.

Il finale mi ha stupita. Lo sappiamo tutti che in storie del genere c’è sempre lo stesso finale, SEMPRE. E io stavo già brontolando 100 pagine prima perché non volevo arrivarci. Nonostante il finale scontato, l’autrice l’ha servito in un modo meraviglioso, che tocca il lettore ma non lo angoscia nel profondo. Non vedo l’ora d’iniziare il secondo!









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