Recensione: "The kiss quotient", di Helen Hoang
- MÂG
- 23 gen
- Tempo di lettura: 5 min


Trama
Stella Lane pensa che la matematica sia l’unica legge che regoli l’universo. Nel suo lavoro si serve di algoritmi per prevedere gli acquisti dei clienti, e questo le ha assicurato più denaro del necessario ma l’ha privata di un minimo di esperienza con gli uomini. Non aiuta il fatto che Stella sia affetta da Asperger e che i baci alla francese le ricordino uno squalo che si fa pulire i denti da un pesce pilota. La soluzione per i suoi problemi è una sola: fare molta pratica, con un bravo professionista. Ecco perché assume un gigolò, Michael Phan, un vero esperto nel settore, che accetta di guidarla in un articolato programma di lezioni: dai preliminari alle posizioni più ardite. In poco tempo Stella non solo impara ad apprezzare i suoi baci, ma anche tutte le altre cose che Michael le fa provare, e la loro “insolita” collaborazione inizia ad assumere uno strano senso, tanto da insinuare in lei il sospetto che l’amore sia la logica da seguire...
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Il mio parere
Ho adorato questa storia. Stella è stato il mio personaggio preferito dall’inizio alla fine. La sindrome di Asperger da cui è affetta, più altre complicanze come l’ossessione e la compulsione, non le permettono di venir accettata come vorrebbe. Ci prova, ma l’incapacità di comprendere le emozioni altrui e quelle regole sociali non dette la mettono sempre in una cattiva posizione. In più sua madre, senza un briciolo di comprensione verso le difficoltà della figlia, vuole diventare nonna e la spinge a trovarsi un uomo. E anche qui, Stella ci ha provato, ricavandone brutte esperienze che l’hanno fatta sentire ancor più sbagliata.
E allora cosa fa?
Conscia che il problema sia lei, inesperta nelle arti amatorie, ingaggia un gigolò che le insegni a soddisfare un uomo.
Michael è il mio secondo personaggio preferito, un golden boy di cui mi sono innamorata subito. Non è un gigolò a tempo pieno e c’è un motivo se ha scelto questa seconda professione. Gli piace il sesso ed è anche molto bravo a letto, ma c’è una spiegazione più profondo legata alle notti a pagamento. Quando incontra Stella capisce subito che in lei c’è qualcosa di diverso. Stella non gli parla delle sue problematiche (perché dovrebbe?), eppure lui si rende conto che con lei deva andarci piano, non è come le altre. Di fatti, la prima notte non fanno granché. Stella a parole pare convinta, ma il suo corpo no e lui la rispetta.
Inizia così questo strano rapporto in cui Michael dovrebbe insegnare a Stella come sedurre un uomo. Forse all’inizio può sembrare una storia in cui c’è del sesso gratuito, ma al 90% è mossa dal volere di Stella. Infatti, quando si accorge che prima delle movenze del corpo deve imparare a relazionarsi, l’accordo fra i due cambia rotta.
Mi è piaciuta moltissimo l’attenzione alle problematiche di Stella. In tanti dettagli ho visto uno studio attento alla condizione clinica che mi hanno fatto empatizzare ancor di più con i suoi tentativi di sentirsi “normale”. C’è stata una scena in cui Stella ha provato a relazionarsi andando contro il suo istinto, ma purtroppo la sua incapacità di comprendere che aveva toccato un argomento tabù ha fatto degenerare le cose. Quando si è resa conto dell’errore, si è scusata, mortificata, è scappata ed è scoppiata a piangere nel suo appartamento. E io con lei. Mi sono sentita molto, molto vicina a Stella, il cui unico desiderio era sentirsi normale e apprezzata come tutti.
Michael è molto enigmatico, all’inizio. Quale sia la sua vita vera si scopre con il tempo e intanto ci si innamora del suo carattere gentile, disponibile e soprattutto affascinante. Man mano che ho scoperto i dolori del suo cuore, ho condiviso la pena, l’insicurezza e l’indecisione che lo avvolgevano. Michael porta dentro di sé una grande paura.
Una cosa che non mi è piaciuta per niente è stata la scelta d’inserire scene spicy troppo descrittive. È vero che all’inizio la storia parte con le lezioni di sesso, ma non era necessario mostrare tutto nello specifico. Il racconto ha un obiettivo ben preciso: far sentire Stella serena con se stessa. Ciò che fa sono conquiste verso l’equilibrio che ha sempre agognato, anche il sesso ne fa parte, viste le brutte esperienze, ma non è il fine ultimo. Stella non vuole diventare la regina del sesso, vuole conquistare il proprio posto. Perciò, perché inserire scene così dettagliate? Bastava un accenno o una scena più larga che restasse sul focus principale. Così mi sono sentita sputata fuori dalla storia in favore di qualcosa che non era narrativamente utile.
Parlando di cose che non mi sono piaciute, il miss communication… È una cosa che davvero non sopporto. Posso tollerarlo solo sugli adolescenti, non sui trentenni. Nonostante la questione fra loro sia chiara (Stella lo dice proprio che non le basta più il rapporto che avevano), continuano a pensare che fra loro la cosa finirà. Stella l’ho compresa, si sente diversa, non adatta a un uomo come Michael, che probabilmente scapperà quando scoprirà i suoi problemi; ma lui? Anche quando le carte vengono mostrate, non c’è modo di tirar fuori la verità. E quindi assistiamo ai classici capitoli pieni di dolore post separazione. Quelli di Stella hanno reso ancor di più il suo autismo e la reazione di lui mi ha strappato il cuore (oltre a farmi precipitare nell’angoscia quando è stato prenotato come gigolò da un’altra donna…) Per fortuna non è stata calcata la mano su questa parte della storia.
Come sempre, avrei preferito un epilogo più esaustivo. Sebbene durante la storia i due abbiano vissuto come una coppia, pur non ammettendolo, per me ci vuole sempre una finestra larga sulla felicità conquistata.
La terza utilizzata è molto fluida, la storia si legge in un lampo. C’è sia il punto di vista di Stella che quello di Michael, in quanto narrazione focalizzata. Peccato che in alcuni casi sia presente l’head hopping senza il giusto spostamento dell’attenzione da un personaggio all’altro (in genere l’head hopping è associato alla narrazione onnisciente, in una focalizzata non dovrebbe essere presente). Inoltre a volte manca il soggetto della frase, confondendo la scena.
La traduzione non l’ho trovata delle migliori. A volte sono incappata nel presente, nonostante la storia al passato, o in errori sciocchi come “le mostrò un vestito bianco”, che due righe dopo diventa color panna e ancora dopo color avorio. O è bianco, o è panna o è avorio.
Resta una storia stupenda. Diversa, con un messaggio stupendo e la protagonista caratterizzata benissimo. Leggerò anche gli altri della serie, ma probabilmente lo farò in ebook, la scrittura del cartaceo è troppo piccola, impossibile non affaticare la vista.


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