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Recensione: "Rosso, bianco e sangue blu", di Casey McQuiston


Gli spoiler sono occultati per chi ancora non ha letto il romanzo.

Trama


Belli, intelligenti e carismatici.

Uno è il figlio della Presidente degli Stati Uniti d’America, l’altro un Principe in linea di successione al trono di Gran Bretagna.

Accomunati dall’essere nemici giurati, da anni si sfidano a colpi di copertine sui giornali di tutto il mondo.

Complici un Matrimonio Reale e una torta nuziale, l’incidente diplomatico è servito. Un incidente che rischia di mettere a repentaglio le relazioni internazionali tra i due Paesi coinvolti.


E allora come rimediare?


Fingere una tregua tra i due eterni rivali, anzi, un’amicizia. Un rapporto creato a uso consumo dei social e del pubblico, che, con il passare del tempo, si trasforma però in un qualcosa di diverso e molto più pericoloso di quanto Alex e Henry potessero immaginare.

Ma cosa succede quando il figlio della Presidente degli Stati Uniti si riscopre innamorato del Principe del Galles?

Nulla di buono, specie se questo sentimento evolve durante la campagna elettorale per la rielezione presidenziale.

Consapevoli dei rischi che corrono, ma determinati a frequentarsi, i due dovranno tenere segreto il loro legame. Tuttavia il pericolo è sempre in agguato e a volte basta un attimo di disattenzione per scombinare tutti i piani.







Il mio parere


Pur non essendo una lettrice assidua (molto, molto sporadica, direi) di storie LGBT, ho visto il film di questo romanzo e l’ho trovato delizioso. Così ho deciso di conoscere la vera storia raccontata nel libro.


Se dovessi esprimere un parere soltanto sulla storia d’amore, sarebbe al 100% favorevole. Alex e Henry sono stupendi, mi hanno infuso tantissima tenerezza e avrei voluto dare una testata a qualcuno quando

SPOILER

Quei messaggi di schernimento come fossero ladri o sfruttatori di prostituzione minorile mi hanno fatta imbestialire. Perché è tanto difficile capire che l’amore è amore e basta? Perché bisogna sempre mettere bocca nelle scelte degli altri? Saranno anche stracaz*i loro, no? Per fortuna è stato mostrato anche il sostegno, perché questa società qualche passo avanti è riuscita a farlo.


Tuttavia, questo romanzo non è soltanto la storia d’amore, perché la parte riempitiva, quella che dovrebbe soltanto settare il background, è quasi un terzo protagonista. Un protagonista che, personalmente, mi ha allontanato molto dal piacere della lettura, in aggiunta ad altri dettagli che hanno fatto vacillare la mia sospensione d’incredulità.


Dunque.


Da amante della terza al passato, mi ha stupito trovare una narrazione in terza al presente. All’inizio ho fatto un po’ di fatica a seguirla, ma la scrittura è risultata tanto scorrevole da facilitare l’abitudine.

I primi capitoli non mi hanno convinta tantissimo. Prima di tutto, la narrazione, pur seguendo soltanto la vita di Alex, non va mai a fondo, resta alta, un racconto lontano che espone la situazione. Quando Alex e Henry iniziano a scriversi, avrei preferito vedere come le idee del primo cambiavano nei confronti del secondo, invece di apprendere che si stavano confidando informazioni personali. Lo scambio di messaggi che avviene dopo il breve ragguaglio sul loro rapporto e poi la telefonata del tacchino sono stati dei momenti davvero carini. Avrei preferito venissero sacrificate situazioni meno interessanti, come le forzate nozioni sul mondo politico del romanzo, in favore di scene sul rapporto che si stava creando fra i protagonisti.


Spesso Alex mi è sembrato un ragazzino che guarda il mondo per la prima volta. Immagino che una mamma politico, che arriva addirittura alla presidenza, crei delle situazioni familiari complicate e già questo basta a far maturare dei ragazzini con una certa velocità. Aggiungiamoci

SPOILER

la caratterizzazione di Alex mi è parsa un po’ fuori luogo. La questione sull’accettare di essere bisessuale è a parte, perché la confusione è comprensibile (sebbene, da ignorante in merito, non capisco la necessità di dare così tanta importanza a un’etichetta anziché concentrarsi sui propri sentimenti. Alex è più interessato a farsi dire dagli altri (?) se è gay di saltare su un aereo e andare da Henry per prendere di petto la situazione, ma potrei imputarlo alla giovane età e alla confusione). Al contrario, il personaggio di Henry mi è parso misurato bene, più realistico. E lo è stato fino alla fine, la sua situazione è ben più complicata di quella di Alex. Non solo è il simbolo della Monarchia inglese, ma è anche a guida di un paese profondamente religioso.


Le prime e-mail che si sono scambiati mi hanno ricordato 50 sfumature di grigio, è iconica la struttura di cambiare la firma e-mail dopo e-mail in base alla conversazione. Non che l’autrice detenga la proprietà di tale scelta, ma non ho potuto non pensarci. A prescindere da ciò, ogni e-mail è stata molto bella, alcune anche commoventi. Trasudavano sentimenti repressi, desiderosi di vivere alla luce. Mi hanno fatto molta tenerezza. Da grafica, l’impaginazione dei messaggi fra Henry e Alex l’ho trovata davvero brutta (idem la chat di gruppo). Certamente hanno voluto risparmiare le pagine che si sarebbero venute a creare dedicando un paragrafo a messaggio, ma ho letto la bella edizione dell’Oscar Vault e la soluzione adottata è bruttarella quanto il font scelto (ora non so se l’originale sia così, in quel caso la questione sale a monte).


Le scene spicy mi hanno stupita per la delicatezza con cui sono state raccontate. Uno dei motivi per cui leggo pochissimi MxM è perché mi sento a disagio nell’entrare nella camera da letto di due uomini. Con una coppia eterosessuale è diverso perché posso comprendere le emozioni della donna. In altri casi mi sento un po’ una guardona. Sfortunatamente la mia sensibilità sarà anche causa della mia morte. In questo romanzo, però, non è successo grazie alla scelta poco invasiva delle scene intime. Quindi, per me, ottimo così!


A volte i dialoghi li ho trovati davvero poco naturali. Come se si volesse sottolineare la comicità della situazione creando scene madri o sembrare sciolti (realistici?) utilizzando parolacce. Senza contare il fatto che, più volte, mi sono sentita esclusa dai dettagli sulla politica americana di cui non sono a conoscenza. Di certo la parte politica è stata meglio compresa da chi ne sa qualcosa.


Ed è proprio la parte politica che mi ha rallentato tanto la lettura, tanto da indurmi a saltare interi pezzi per evitare di andare in blocco. È chiaro che i personaggi ricoprano ruoli importanti che richiedono un background solido per farli apparire realistici, tuttavia l’eccessiva importanza all’aspetto politico – intere pagine, dialoghi lunghi, congetture – è risultata davvero pesante. Tolta buona parte di essa (o se non tolta, almeno semplificata), l’intero romanzo sarebbe stato ben più apprezzabile.


La storia non ha dei veri colpi di scena e fila com’era prevedibile (nel film hanno cambiato il colpevole della fuga di notizie, e non ho capito perché, ma anche lì è stato prevedibilissimo). Tuttavia, penso che l’importanza del percorso di Alex e Henry valga più di trame articolate. Qui si parla di accettazione di sé, della paura di essere messi alla gogna per i propri desideri, della lotta per non farsi schiacciare, del bisogno di prendere il proprio posto nel mondo.


Come ho detto all’inizio, la storia d’amore dei protagonisti cattura, intenerisce, scalda il cuore.

(P.S. Ma quanto beve Alex? E dice di essere uno che proietta la vita nel futuro. Ma se si ubriaca così spesso, quanto pensa di campare?)












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