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Recensione: "C'era una volta un cuore spezzato", di Stephanie Garber



Trama


Evangeline Volpe ha sempre creduto nell'amore e nel lieto fine... Fino al giorno in cui scopre che quello che credeva essere il ragazzo della sua vita sta per sposare un'altra.

Nel disperato tentativo di impedire le nozze, Evangeline stringe un patto con il Fatidico Principe di Cuori, affascinante quanto malvagio. In cambio del suo aiuto, il Fato chiede a Evangeline tre baci, che dovrà dare quando e a chi deciderà lui.

Ma già al primo dei tre baci promessi, Evangeline impara a sue spese che mettersi in affari con un immortale può rivelarsi un gioco molto pericoloso, e che ciò che il Principe di Cuori vuole da lei è più di quanto si è fatto promettere. I piani che ha fatto per Evangeline potrebbero portare al più straordinario dei lieto fine o alla più spettacolare delle tragedie...






Il mio parere


Avete presente quelle recensioni inutili tipo “BELLO! BELLISSIMO! LEGGETELO!”? Ecco, è quello che vorrei fare.


BELLO! BELLISSIMO! LEGGETELO!


Cosa devo dire di questo libro? Sono un guazzabuglio di emozioni, non mi appassionavo così alla lettura da un po’ e nella mia mente esistono solo le parole BELLO! BELLISSIMO! LEGGETELO! Ero partita con aspettative molto alte, tutta colpa di Jacks che in Caraval si era preso il mio cuore e ciao e arrivederci. Perciò un po’ avevo paura di affrontare queste pagine, non volevo restare delusa. Mai avuto paura più infondata! E sono una che soffre d’ansia, quindi paure irrazionali a go go.


Partiamo dal presupposto che non mi piacciono gli slow burn, ma in questo romanzo sapevo ci fosse un personaggio con il cuore spezzato. E partiamo dal presupposto che sono un’accanita lettrice di romance, ma in questo romanzo di amore ce n’è poco – o almeno non c’è quello che attendevo con ansia. MA VA BENE LO STESSO! Perché mi è piaciuto tantissimo!

Primo, se c’è una persona con il cuore spezzato – ancor di più se parliamo di un personaggio che disprezza i sentimenti – è chiaro che la storia sarà lenta da un punto di vista emotivo. Velocizzare vorrebbe dire snaturare tutto e rovinare il racconto.

Secondo, sebbene cerchi sempre storie in cui la componente amorosa è molto presente, gli intrighi di questa storia sono coinvolgenti e t’invogliano a girare pagina dopo pagina. Evangeline riuscirà a riconquistare il suo amore? Oppure conquisterà il principe? Chi sta tramando nell’ombra? Chi è il vero cattivo e chi merita fiducia?


Ma, attenzione! Non è che non ci sono interazioni amorose. Ci sono, soprattutto baci.


Se state pensando di leggere questa trilogia vi consiglio di recuperare prima Caraval, serie principale da qui è tratto questo spin-off, per comprendere meglio il personaggio di Jacks e per non beccarvi grossi spoiler su Caraval. Io l’ho amato lì e credo che leggere direttamente questa trilogia possa farlo apparire soltanto come uno psicopatico, una persona con seri problemi emotivi o un sadico. In Caraval il personaggio vien fuori man mano e in questa storia lo si ama ancor di più. Ma non dimentichiamo che è un villain e i cattivi fatti bene hanno bisogno di un certo percorso per evolvere. Se scelgono di evolvere.


Jacks è, per me, uno di quei personaggi che quando arrivano oscurano ogni cosa. Vai avanti per vederlo parlare, muoversi, lanciare le sue amate mele colorate. E tutto il resto? Chissene frega! C’è Jacks in scena, resta concentrato su ciò che conta! Mi è capitato di rado di restare incantata da un personaggio che, per altro, compare poco ma quanto basta per lasciare un segno. Ho letto diversi libri in cui anche quando il protagonista si raccontava non mi suscitava granché. E invece a Jacks basta alzare un angolo delle labbra, dire qualche frase senza giri di parole, camminare dall’altra parte della sala per essere interessante. Sono totalmente persa per questo personaggio…


Okay, provo a scuotere il neurone che mi sembra meno in balia dell’euforia post lettura meravigliosa per scrivere qualcosa di più sensato di OMMIODIO, QUANTO MI PIACE JACKS!


Spesso e volentieri le protagoniste mi stanno antipatiche, invece Evangeline mi è piaciuta molto! È una ragazza buona, ma non di quelle che hanno un chiaro disturbo da crocerossina, basti pensare che la storia inizia con lei che stringe un patto con Jacks affinché impedisca un matrimonio. È emotiva, impulsiva, coraggiosa e timorosa al tempo stesso, vuole giustizia, vuole verità e soprattutto vuole essere amata. Sarebbe potuta cadere facilmente in quella ingenuità illegale che ti fa urlare e passare per quella che non capisce un tubo, invece ragiona sui fatti, collega i dettagli e agisce con intelligenza. Come in Caraval, anche qui la protagonista non deve attendere l’arrivo del cavaliere per essere salvata ma riesce a tirarsi fuori da sola da brutte situazioni.


Se proprio devo trovare il pelo nell’uovo, a volte Evangeline si perde un po’ troppo nei ragionamenti e ripete più volte cose già dette. Nel finale fa un ragionamento così lungo da essere a tratti noioso, però resta coerente con il personaggio e soprattutto porta a una svolta. Nonostante la terza persona al passato (bellissima e fluida), ti dà l’occasione di avere un posto privilegiato mentre la protagonista allaccia tutti i punti che la portano alla rivelazione finale.


Alcune cose riguardanti la storia sono facilmente intuibili, ma sono infarcite di altri dettagli che rendono nuovo anche il già visto. Una cosa che ho adorato in Caraval e che ho adorato anche qui è la fantasia. Ambienti, oggetti e dettagli magici sono molto affascinanti.


Ora il neurone buono è fuggito e quelli ubriachi mi ricordano la scena nel covo di Caos. O meglio, quello che succede dopo. E in particolar modo quello che accade nella cripta fra Jacks ed Evangeline. Provo una tristezza infinita per la storia di Jacks, in cerca del suo vero amore. Per questo la questione con Donatella in Caraval non l’ho capita. E, soprattutto, mi ha riempita di pena.


Dal momento che è un po’ che non lo dico, concludo la recensione con OMMIODIO, QUANTO MI PIACE JACKS!


BELLO! BELLISSIMO! LEGGETELO!











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